ISRAELE VERSO LA TERRA PROMESSA
Indice
Le acque amare
Le quaglie
La manna
L’acqua dalla roccia
Vittoria sugli Amaleciti
L’ordinamento del campo
LE ACQUE AMARE
INTRODUZIONE
Israele ha passato miracolosamente le acque del Mar Rosso ed è ormai un popolo libero. Il cammino verso la Terra Promessa è lungo e avventuroso. La vita nel deserto è dura, il clima torrido, scarseggia di cibo e, peggio ancora di acqua, mette talvolta in pericolo la vita degli Ebrei.
Inoltre spesso gli Ebrei incontrano sul loro cammino delle popolazioni che vorrebbero impedire loro il passaggio. In tutte queste difficoltà il Signore protegge il suo popolo.
Mosé ordinò a Israele di allontanarsi dalla costa del Mar Rosso ed essi si diressero verso il deserto di Sur; camminarono per tre giorni nel deserto e non trovarono acqua, arrivarono a Marah e non poterono berne le acque perché erano amare; perciò chiamarono il luogo Marah ( In ebraico significa amarezza).
Il popolo si lamentò con Mosé, dicendo.
“Che cosa berremo?”
Mosé gridò al Signore ed Egli gli mostrò un ramo, Mosé lo gettò nelle acque e queste divennero dolci.
Qui il Signore dette al popolo una norma e una legge e li mise alla prova dicendo:
“Se ascoltate le voci del Signore Iddio e se farete quanto è giusto ai suoi occhi, e ubbidirete alle norme, e osserverete tutte le sue prescrizioni, io non farò venire sopra di voi tutti i mali che ho inflitto agli Egiziani, poiché io sono il Signore che ti guarisce”.
Vennero poi ad Elim e c’erano dodici fonti di acqua e settanta palme, e si accamparono vicino all’acqua.
Esodo, cap. 15, v.22 ss
LE QUAGLIE E LA MANNA
Tutte la comunità dei figli d’Israele partì da Elim e si diresse verso il deserto di Sin, che si trova tra Elim e il Sinai, nel quindicesimo giorno del secondo mese dopo essere usciti dalla terra d’Egitto. Nel deserto tutta la comunità dei figli d’Israele si lamentò con Mosé ed Aronne e dissero loro i figli d’Israele:
“Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando stavamo intorno alle pentole piene di carne, quando mangiavamo pane a sazietà! Perché ci avete fatto uscire in questo deserto, per far morire di fame tutta questa moltitudine?”
Mosè ed Aronne dissero allora ai figli d’Israele: “Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e domani mattina vedrete la gloria del Signore, perché Egli ha udito i vostri lamenti verso il Signore. Ma noi che siamo, che voi vi lamentate con noi?
Mosè disse ad Aronne:
“Dì a tutta la comunità d’Israele che si avvicini davanti al Signore, perché Egli ha ascoltato i suoi lamenti”.
Ed avvenne che mentre Aronne stava parlando a tutta la comunità dei figli d’Israele, essi si volsero verso il deserto, ed ecco che la Gloria del Signore era apparsa nella nuvola.
E il Signore parlò a Mosè dicendo:
“Ho ascoltato i lamenti dei figli d’Israele; dì loro: all’imbrunire mangerete carne e domani mattina vi sazierete di pane e saprete che io sono il Signore Iddio vostro”.
Ed avvenne che la sera salissero le quaglie e coprirono il campo, e al mattino c’era uno strato di rugiada tutto intorno al campo; lo strato di rugiada si alzò, ed ecco sulla superficie del deserto qualcosa di minuto, granuloso, leggero come la brina, sul terreno. Videro i figli d’Israele e si chiesero l’un l’altro:
“Che cos’è?” perché non sapevano cosa fosse.
Mosè disse loro: “Questo è il pane che il Signore vi ha dato perché lo mangiate. Questo è ciò che vi comanda il Signore: che ognuno ne raccolga secondo le proprie necessità, un gomer (è una misura di capacità) a testa secondo il numero delle persone; ognuno ne prenda in proporzione di quanti vivono nella sua tenda”.
I figli d’Israele fecero così e ne raccolsero chi più chi meno; misurarono col gomer e non ne mancò a chi aveva preso di meno e non ne avanzò a chi ne aveva preso di più; ognuno raccolse secondo le proprie necessità.
Mosè disse loro:
“Nessuno ne lasci fino al mattino”.
Ma non lo ascoltarono e alcuni lo lasciarono fino al mattino, ma si inverminì e si guastò e Mosè si adirò contro di loro. Ne raccoglievano ognuno ogni mattina secondo le loro forze e necessità e quando il sole diventava caldo, la manna si squagliava.
Nel giorno sesto raccoglievano una quantità doppia, due gomer a testa, lo misero in serbo fino al mattino come aveva comandato Mosè e non andò a male, né si inverminì …
I figli d’Israele mangiarono la manna durante quaranta giorni, fino a che arrivarono in terra abitata, mangiarono la manna fino a che non arrivarono ai confini della terra di Canaan.
Esodo cap. 16
L’ACQUA DELLA ROCCIA
Tutta la popolazione dei figli d’Israele partì dal deserto di Sin, a tappe, secondo il comando del Signore e s’accamparono in Refidin, dove non c’era acqua per far bere il popolo.
E il popolo prese a contendere con Mosè e dissero:
“Dacci acqua da bere”.
E Mosè a loro:
“Perché contendere con me? Perché tentate il Signore?”
Ivi dunque il popolo ebbe sete e mormorò contro Mosè dicendo:
“Perché ci hai fatti uscire dall’Egitto? Per farci morire di sete noi, i nostri figli e gli animali?”
E Mosè gridò al Signore dicendo:
“Che debbo fare con questo popolo? Un poco più e mi lapideranno!”
E il Signore a Mosè:
“Passa davanti al popolo, prendi con te gli anziani d’Israele, porta in mano la verga con la quale percotesti il fiume ed incamminati. Io starò davanti a te sulla roccia dell’Horeb (altro nome del Monte Sinai) tu percuoterai la roccia e ne uscirà acqua e il popolo ne berrà”.
Così fece Mosè alla presenza degli anziani d’Israele, e chiamò quel luogo col nome di Massa di Meribah, a causa delle contese dei figli d’Israele, e perché essi avevano tentato il Signore dicendo: “E’ o no il Signore con noi?”
Esodo, cap.17, v. 1 ss.
VITTORIA SUGLI AMALECITI
(Popolazione nomade che al tempo di Mosè circolava tra il Negeb e la penisola del Sinai.
Se ne parla anche al tempo di Davide, come di nemici d’Israele)
Venne Amalec a combattere contro Israele a Befim e disse Mosè a Giosuè:
“Scegli per noi alcuni uomini ed esci a combattere contro Amalec. Domani io starò sulla cima del colle, tenendo in mano la verga di Dio”.
Giosuè fece quanto gli aveva detto Mosé riguardo al combattimento contro Amalec.
Mosè. Aronne e Hur salirono sulla cime del colle ed avvenne che mentre Mosè teneva le mani alzate, Israele aveva la meglio, e quando le teneva abbassate aveva la meglio Amalec. Ma siccome le mani di Mosè si erano stancate, presero una pietra e gliela posero sotto, egli vi si sedette sopra e Aronne e Hur gli sorreggevano le mani uno da una parte e uno dall’altra; così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto. E Giosuè sconfisse Amalec e passò il suo popolo a fil di spada.
Disse il Signore a Mosè: “Scrivi questo ricordo nel libro e fallo ben comprendere a Giosuè: io ho cancellato il ricordo di Amalec sotto il sole”.
E Mosè costruì un altare e lo chiamò Jahweh-Nissi.
Esodo, cap. 17,v.8 ss.
L’ORDINAMENTO DEL CAMPO
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne dicendo: “Ognuno dei figli d’Israele s’accampi al suo vessillo, presso le insegne della propria famiglia”.
Intorno alla tenda del convegno si accamparono.
L’ordine di marcia doveva essere il seguente: per prima doveva muoversi la tribù di Giuda insieme con la tribù di Issacar e di Zabulon; dovevano poi seguire le tribù di Ruben, Gad e Simeone; dietro ad essi doveva muoversi la Tenda del convegno; dietro alla tenda del convegno dovevano marciare le tribù di Efraim, Beniamino e Manasse; dovevano chiudere lo sfilamento le tribù di Da, Neftali e Asher.)
Numeri, cap. 2, v. 1 ss.
LE TROMBE
(L’ordine di adunanza di tutta la comunità e l’ordine di partenza dovevano essere dati per mezzo delle trombe d’argento, che dovevano essere in numero di due. Quando suonavano tutte e due, tutta la comunità doveva riunirsi davanti alla Tenda del Convegno; quando suonava una sola tromba, i principi e i capi delle migliaia d’Israele dovevano adunarsi intorno a Mosè. Il suono fragoroso ordinava di levare il campo a quelli accampati a oriente, il secondo suono fragoroso riguardava le tribù accampate a mezzogiorno e così via. Il suono non fragoroso ordinava invece l’adunanza. Le trombe dovevano essere suonate dai figli di Aronne.)
Numeri, cap.10,v.1 ss.
PARTENZA DAL SINAI
Avvenne che nell’anno secondo, nel mese secondo, il venti del mese, la Nuvola si alzò sulla Tenda della Testimonianza;
I figli d’Israele partirono a tappe dal deserto del Sinai e la nuvola si posò sul deserto di Faran… Quando l’arca si muoveva, Mosè diceva: “Sorgi, Signore, siano dispersi i Tuoi nemici, fuggano i Tuoi avversari dal Tuo cospetto”.
Quando l’arca si fermava, diceva: “Posati, Signore, tra le miriadi delle famiglie d’Israele”.
Numeri, cap.10,v.11 ss.